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C.M. 25/02/1991 n. 34233

a) coefficiente di protezione sismica: il coefficiente di protezione sismica di cui alle vigenti norme tecniche relative alle costruzioni sismiche si assumerà di regola pari ad 1. Fanno eccezione quei manufatti la cui funzionalità sia strettamente ed intimamente connessa con quella di opere di primaria importanza ai fini della protezione civile (ad esempio per l'unicità di accesso ad una delle predette opere) e per le quali si sia assunto un valore del coefficiente sopradetto maggiore di 1. In tal caso questo stesso valore verrà adottato anche per il ponte.

b) non sincronismo della risposta al sisma di parti indipendenti della struttura: con riferimento alle sopracitate "Norme tecniche per le costruzioni in zona sismica", si deve tener conto nelle verifiche, ed in particolare nel calcolo degli spostamenti relativi, degli effetti delle vibrazioni in opposizione che possono verificarsi in parti strutturali parzialmente o totalmente scollegate. Quando si effettui il calcolo secondo l'analisi statica convenzionale, le forze rappresentanti l'azione sismica devono essere applicate sulle varie parti con versi tali da produrre gli effetti più sfavorevoli.

c) spostamenti relativi del suolo: vanno tenuti in conto gli spostamenti relativi del suolo tra i punti ove sono posizionate le fondazioni dell'opera.

d) interazione suolo-struttura: nei casi in cui appare rilevante l'effetto della deformabilità del terreno di fondazione, e in presenza di pile alte e snelle, si deve tener conto dell'interazione suolo-struttura.

3.9.2 Coefficiente di fondazione In mancanza di un appropriato studio specifico a puro titolo indicativo ci si potrà riferire ai dati riportati nella tabella seguente: Descrizione del suolo S1 Roccia di base o depositi ben addensati (sabbie compatte, ghiaie o argille sovraconsolidate) con spessori inferiori a 50 m sulla roccia di base: 1,0; S2 Depositi ben addensati (come in S1) con spessori superiori a 50 m. Terreni mediamente addensati (sabbie o argille normalmente consolidate) con spessori inferiori a 10 m: 1,1; S3 Depositi mediamente addensati (come in S2) con spessori inferiori a 25 m e con uno strato superficiale di terreno compressibile inferiore a 5 m: 1,2; S4 Terreni diversi da quelli sopra enunciati: 1,3;

3.9.3 Il riferimento di cui al secondo capoverso della norma è valido anche relativamente al successivo Decreto Ministeriale 24/01/1986.

3.10 Resistenza di attrito agli appoggi Va considerata l'eventualità, se del caso, che si abbiano coefficienti di attrito diversi tra apparecchi di appoggio mobili di una stessa opera come esemplificato in figura.

3.13 Combinazione di carico Per le opere ricadenti in zona sismica che, per la loro particolare destinazione ed ubicazione, siano soggette a forti volumi di traffico per lunghi periodi (quali alcuni ponti urbani, alcune strade sopraelevate, i viadotti in prossimità di barriere doganali o autostradali, ecc.) si dovrà prevedere, nella combinazione di carico AV, un coefficiente moltiplicativo per l'azione q1 diverso da 0, se più sfavorevole, da prescriversi caso per caso da parte del Committente. Resta inteso che anche in questi casi le masse da considerare nella valutazione dell'azione sismica q6 sono, convenzionalmente, solo quelle associate al peso proprio ed ai carichi permanenti portati.

4. VERIFICHE DI SICUREZZA

4.3 Verifiche allo stato limite di deformazione Per quanto concerne i limiti di cui al punto relativo delle "Norme", si tratta di verificare che, nelle condizioni di carico che producono le massime deformazioni flessionali e torsionali delle strutture principali dipendenti dai carichi variabili, dai fenomeni viscosi, dal ritiro e dagli effetti termici, i quozienti fra le frecce massime e le luci, nonchè i valori massimi degli angoli di inclinazione e di torsione risultino contenuti entro i limiti accettabili per il funzionamento delle opere in relazione al particolare tipo strutturale.

4.4 Verifica alle azioni sismiche Il riferimento di cui al primo capoverso delle norme deve intendersi al Decreto Ministeriale 24/01/1986.

4.5 Verifiche in fase di costruzione Quando del caso si devono valutare, in relazione alle modalità costruttive previste, le ridistribuzioni di tensione relative alle deformazioni viscose ed al ritiro e ad altri fenomeni che si sviluppano nel tempo.

5. STRUTTURE PORTANTI La progettazione strutturale e le verifiche statiche di un ponte vanno condotte in rigorosa congruenza con le tecniche di realizzazione previste per l'opera, in quanto esse ne condizionano il comportamento ed il regime statico sia istantaneo che differito. Parimenti, in sede di progetto, occorre far preciso riferimento alle previste tecnologie di produzione ed ai tempi di costruzione degli elementi strutturali. Il profilo strutturale di estradosso dell'impalcato deve rispettare il profilo longitudinale di progetto tenuto conto delle deformazioni originate dai carichi permanenti (peso proprio e sovrastruttura) e da eventuali distorsioni e presollecitazioni impresse secondo la specifica sequenza di costruzione prevista dal progetto. Tali deformazioni dovranno essere inoltre considerate ai fini di un corretto posizionamento degli apparecchi di appoggio. Il progetto dell'opera deve essere perciò corredato da una completa relazione tecnica che illustri anche le modalità esecutive dell'opera stessa con particolare riferimento alle situazioni statiche transitorie e finali, sia dei singoli elementi strutturali che dell'opera nel suo complesso. Nei casi in cui il progetto preveda che lo schema statico principale subisca evoluzioni tipologiche e funzionali dei vincoli interni e/o esterni, è necessario che siano indicati i tempi successivi di alterazione dello schema sia ai fini di una corretta analisi dell'effetto delle distorsioni istantanee e differite e, soprattutto, per fornire al costruttore precise modalità di esecuzione. Le indicazioni di cui al presente punto 5 riguardano i ponti di prima e seconda categoria.

5.1 Impalcati In prossimità di interruzioni strutturali della continuità longitudinale della soletta, quest'ultima dovrà essere preferibilmente solidale al traverso di testata e dovrà essere adeguatamente rinforzata in relazione anche al notevole cimento dinamico cui è sottoposta. In mancanza di una valutazione più rigorosa che tenga conto anche degli effetti d'urto, le parti di soletta a sbalzo dal traverso di testata verso il giunto debbono essere verificate applicando ai valori delle caratteristiche della sollecitazione un coefficiente dinamico uguale a 3. La pendenza trasversale degli impalcati non può essere ottenuta di regola variando lo spessore della soletta o della pavimentazione e mantenendo le travi a quota costante, salvo una correzione sino all'1% da realizzarsi con la pavimentazione. L'impiego di elementi di solette prefabbricate a tutto spessore e con collegamenti discreti con le travi principali è consentito solo nel caso in cui venga garantito il contatto su tutta la superficie di estradosso della struttura princi- pale e l'impiego di calcestruzzi a ritiro compensato per i getti di collegamento. Nei ponti in curva realizzati con impalcato a travi, per rapporti 1/r > 0,25 è sconsigliata l'adozione di travi disposte secondo le corde. La disposizione dei traversi dovrà di norma essere radiale.

a) impalcati in c.a. e c.a.p. Il copriferro dell'armatura più prossima alla superficie esterna deve rispettare i seguenti valori: · almeno 2 cm nel caso di solette; · almeno 3 cm nel caso di travi. Lo spessore dell'anima delle travi nelle strutture da ponte non deve comunque essere inferiore a 14 cm. Nel caso di travi in c.a.p. con armature pretese l'interasse minimo delle armature non deve essere inferiore a 2,6 volte il diametro equivalente delle armature stesse. Nel caso di travi con armatura post-tesa lo spessore dell'anima non deve essere minore di 3,0 volte il diametro della guaina dei cavi nel caso di presenza di un solo cavo e di 5 volte tale diametro nel caso di due cavi disposti su una stessa corda. L'interasse tra i cavi nelle anime non deve essere normalmente minore a 2 volte il diametro massimo delle guaine. Lo spessore minimo dell'ala inferiore deve essere adeguato alla larghezza e alla pendenza dell'estradosso dell'ala stessa, tenuto conto anche della quantità di armatura presente. Lo spessore della soletta di impalcato non deve essere inferiore a 20 cm. Per sezioni a cassone gli spessori minimi delle anime o della soletta seguono le medesime limitazioni previste per le travi a sezione aperta mentre lo spessore minimo della controsoletta non deve essere inferiore a 14 cm. Dovranno prevedersi traversi almeno in corrispondenza dei vincoli. Nel caso di impalcati con sezione a cassone dovranno prevedersi adeguati fori di drenaggio delle acque, la cui infiltrazione accidentale all'interno deve essere sempre prevista.

b) impalcati in acciaio Di regola dovranno essere rispettate le seguenti dimensioni minime: · spessori delle varie membrature, con l'eccezione delle anime dei profili la minati a doppio T ed a C, delle imbottiture e dei tubi: 8 mm; · spessori delle anime dei profili laminati a doppio T ed a C: 5 mm; · spessori delle lamiere nervate degli impalcati a piastra ortotropa: 10 mm; · spessori di parete di elementi in acciaio fuso: 20 mm; · spessori di gola dei cordoni di saldatura di angolo: 3,5 mm; · diametro dei bulloni: 16 mm; · diametro dei connettori a piolo nei sistemi composti acciaio calcestruzzo: 14 mm (diametro massimo 22 mm per saldatura automatica senza metallo di apporto); · distanza delle superfici laterali dei connettori dai lembi delle lamiere su cui sono saldati: 30 mm; · spessore della soletta in c.a. negli impalcati a sezione composta acciaio calcestruzzo: non inferiore a 20 cm. Il progetto della struttura dovrà favorire, per quanto possibile, la migliore accessibilità di ogni parte all'ispezione e alla manutenzione. Dovranno essere evitate zone di ristagno d'acqua o di raccolta di sporcizia; ove non sia possibile tali zone dovranno essere provviste di adeguati fori di drenaggio o riempite di materiale aderente ed impermeabile. In sede progettuale deve essere predisposta apposita specifica sui controlli da effettuare sulle saldature, con la definizione dei metodi e della percentuale di controllo. La snellezza delle membrature compresse non dovrà superare il valore 120 per le membrature principali e 150 per le membrature secondarie e per quelle di controvento. La snellezza delle membrature tese, eccettuate le funi, non dovrà superare il valore di 250. 5.2 Pile Nelle pile di calcestruzzo armato a sezione cava le pareti devono avere uno spessore non inferiore a 25 cm.

5.3 Spalle E' consigliabile l'adozione di accorgimenti che garantiscano un graduale raccordo del piano viario tra spalla e rilevato a monte della stessa.

6. VINCOLI Particolare attenzione va rivolta alla scelta degli appoggi ed alla loro corretta disposizione tale da consentire le previste libertà di movimento con riferimento al complesso di sollecitazioni e azioni che interessano l'opera.

a) Apparecchi di appoggio fissi e mobili di acciaio. Gli apparecchi di appoggio fissi saranno preferenzialmente realizzati con accoppiamento di piastra piana con piastra a superficie cilindrica in modo da ottenere un contatto lineare. Nell'accoppiamento devono comunque essere previsti dispositivi atti ad impedire efficacemente gli spostamenti orizzontali. Gli apparecchi di appoggio mobili saranno preferibilmente realizzati median- te rulli o settori di rullo. Per gli apparecchi di appoggio mobili si dovrà indicare nel progetto la posizione dell'apparecchio in relazione alle condizioni termiche di montaggio ed alla temperatura media di esercizio; questi dovranno inoltre essere dimensionati in base agli spostamenti massimi dovuti alla peggiore combinazione delle azioni. Per le tensioni ammissibili ed i coefficienti di sicurezza dei materiali, dei rulli e delle piastre, si rinvia al Decreto Ministeriale di applicazione della legge n. 1086/1971 "Norme Tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche" ed alle Istruzioni C.N.R. 10011/85. In caso di impiego di acciai speciali dotati di elevata resistenza alle azioni di contatto, le tensioni ammissibili devono essere stabilite, caso per caso, in relazione alle caratteristiche meccaniche del materiale, delle quali si dovrà fornire adeguata documentazione.

 

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